lunedì 29 novembre 2010

PAPA RATZINGER OVVERO DELL'UNICO MODO DI ESSERE CRISTIANI


Dopo la pubblicazione dell'ultimo libro del Papa "Luce del Mondo", guardando la Televisoni in questi giorni, oppure girando qua e là saltellando fra i blog cattolici che si trovano in rete, mi rafforzo sempre di più in un' antica mia convinzione che già da qualche anno è maturata in me: di questi tempi l'unico modo per essere veri cristiani è seguire l'esempio e l'opera di Josef Ratzinger. Egli è come lo scriba lodato da Gesù che sa tirare fuori dal suo scrigno cose vecchie e cose nuove.

Da un lato i progressisti ostinati nel loro andare avanti a tutti i costi, talmente ostinati da dimenticare il perchè del loro andare, dimenticando che la tradizione, che viaggia nella storia, è il terreno sul quale mette le radici la pianta della fede. E dimenticando la tradizione dimenticano Cristo che ne è all'origine

Dall'altro i tradizionalisti, fermi e bloccati nel loro viaggio incapaci di andare avanti e indietro, che continuano a calpestare la terra sotto i loro piedi consumando i tal modo le loro scarpe e il terreno sottostante. Facendo così essi si arenano nella marcia verso Cristo che è il fine del nostro cammino.

In mezzo, con passo spedito e sicuro, sguardo in avanti fisso e fermo verso il grande Sole che è Cristo, c'è il papa Benedetto XVI che sa da dove è partito cioè da Cristo e sa dove deve arrivare cioè verso di Lui.

Noi cristiani dobbiamo seguire il Papa!

Lasciamo per strada tutti gli altri, gracchianti annunciatori di nuove rivoluzioni "di spirito" e ululanti nostalgici sofisti di antichi sistemi incrostati e pieni di ragntele: sia gli uni, sia gli altri, al cospetto del nostro Santo Padre, fanno solamente ridere!

Noi gridiamo convinti: Viva il Papa! Sempre!

SGN

domenica 5 settembre 2010

OGGI IL PAPA A CARPINETO ROMANO


Il nostro amato Santo Padre oggi sarà a Carpineto Romano sulle orme del suo grande predecessore Leone XIII. Quando si fa il nome di questo pontefice vissuto alla fine del XIX secolo si pensa subito alla "Rerum Novarum", la prima enciclica sociale che un papa abbia mai scritto.

Grande attesa, dunque, per quello che il Santo Padre dirà oggi e che, presumibilmente, sarà legato, visti anche i tempi, ad una tematica socio-economica.

Speriamo che politici ed economisti prendano appunti.....


SGN

PAPA BENEDETTO E LA STORIA

“Sì, la memoria storica è veramente una “marcia in più” nella vita, perché senza memoria non c’è futuro. Una volta si diceva che la storia è maestra di vita! La cultura consumistica attuale tende invece ad appiattire l’uomo sul presente, a fargli perdere il senso del passato, della storia; ma così facendo lo priva anche della capacità di comprendere se stesso, di percepire i problemi, e di costruire il domani. Quindi, cari giovani e care giovani, voglio dirvi: il cristiano è uno che ha buona memoria, che ama la storia e cerca di conoscerla.”

Queste parole sono state pronunciate da papa Benedetto XVI il 4 luglio durante l’incontro con i giovani presso la Cattedrale di Sulmona durante la visita del Sommo Pontefice nella città abruzzese.
In particolare, la frase che è stata messa in neretto ha un’ importanza fondamentale: infatti in essa viene evidenziato un legame tutto particolare fra la vita cristiana e la memoria storica. Da questa espressione si evincono chiaramente tre aspetti.

1) Il cristiano ha buona memoria: non si può essere veri cristiani senza essere legati alla storia, alla propria storia, non si può essere veri cristiani senza “fare memoria”. Si, perché il Padre, che con la creazione ha dato inizio alla storia e che ha guidato Israele lungo la storia, ha voluto che il Figlio si incarnasse nella storia e lo Spirito Santo, che procede dal Padre e dal Figlio agisce lungo la storia, nella Chiesa. Si potrebbe obbiettare che il cristiano punta alla santità, al di là di tutto, e santi si diventa solo agendo nel presente quindi perché guardare al passato? Non è forse una perdita di tempo? La risposta viene da quanto scritto sopra: senza la memoria di quanto compiuto da Dio nel passato non possiamo neanche sapere cosa significa essere cristiani. Si potrebbe dire: santi nel presente con radici nel passato. Il passato ci aiuta e ci da le basi per aderire a Cristo che agisce nel presente.
2) Il cristiano ama la storia. Si, ama la storia perché ama Dio e ama vedere i modi sempre uguali e sempre nuovi attraverso i quali Dio agisce nella storia. Si perché Dio ha sempre agito e guidato la storia, in particolare ha sempre agito nella sua Chiesa nelle strade della storia. Quello che Dio ha fatto in passato non lo possiamo rinnegare perché è opera delle sue mani allo stesso modo di quanto fa adesso e farà nel futuro. Un esempio su tutti è la questione sull’ermeneutica del Concilio Vaticano II. In tanta parte dei cristiani del giorno d’oggi e in special modo nel clero (che ahimè e molto poco preparato culturalmente) si è instillata la falsa idea che prima del Concilio la situazione della Chiesa era tragica. Essi sostengono che dopo il Concilio la Chiesa è più vera, è più se stessa, quasi che Dio si sia rifiutato di guidarla per un po’ di anni fino al Concilio Vaticano II, da lì in poi ha ripreso a condurla. Ma ciò non può essere: Dio guida sempre la Sua Chiesa e sempre quello che accade nella storia della Chiesa è sostenuto dalla mano di Dio. Il rifiuto della storia preconciliare che noi cristiani moderni abbiamo è dovuto al fatto che noi non l’amiamo e ci vergogniamo di essa, ma allora vuol dire che ci vergogniamo di Dio che è colui che guida la storia della sua Chiesa. E’ bene dire però che questa guida da parte di Dio non si manifesta nelle scelte politiche dove ci sono stati anche grossi errori da parte degli uomini di Chiesa, ma si manifesta nel suo percorso religioso, specie nel campo teologico, nel campo liturgico e in quello pastorale, dove tutto deve essere interpretato nella più rigorosa continuità perché espressione dei modi diversi ma sempre validi del farsi presente di Dio nella storia.
3) Qui si innesta la problematica legata alla terza affermazione fatta dal Santo Padre: il crisitiano cerca di conoscere la storia. Questo a mio parere è il problema centrale. Il Cristiano non cerca di conoscere la storia perché non la ama e non la ama perché non la conosce. Questo apparente gioco di parole nasconde in se un grande dramma che è quello del laicismo moderno massone e marxista che, agendo ormai da padrone nelle scuole d’Europa e del mondo, falsificando ad arte, fa apparire la storia della Chiesa un ammasso di nefandezze. Dobbiamo ribellarci a questo con tutto noi stessi! Coloro che hanno portato morte e distruzione, che hanno ridotto in povertà intere nazioni, questi osano accusare la Chiesa di Cristo? Dobbiamo combattere e non dobbiamo permettere questo attacco. Per questo dobbiamo studiare la storia guardando in faccia la verità e dobbiamo contrastare l’insegnamento errato che ne viene fatto a scuola, non dobbiamo più aspettare e stare a guardare! Sogno che in ogni parrocchia nascano centri di cultura cattolica per dare ai giovani degli strumenti per una più corretta conoscenza della realtà dei fatti. Il Signore in questa epoca ci chiama tutti ad un approfondimento della nostra cultura cristiana perché è sul piano della cultura che si gioca la battaglia della fede. Il nuovo dicastero per la Nuova Evangelizzazione dovrebbe proprio servire, fra l’altro, da coordinamento per questo progetto. Dopo questo sforzo potremmo tornare ad amare tutti la nostra meravigliosa storia Cristiana e quindi ancora di più la Chiesa di Cristo che è una santa cattolica apostolica e fondata su Pietro cioè sul Papa che in questi anni è Benedetto XVI che è colui che guida e ispira tutti noi con il suo esempio e la sua parola. Grazie Signore per avercelo donato e conservalo a lungo a guida della tua Chiesa!

SGN

giovedì 28 gennaio 2010

IL PAPA PARLA ALLE PONTIFICE ACCADEMIE

Nel giorno in cui la Chiesa fa memoria del grande Dottore Angelico e Comune San Tommaso d’Aquino, artefice di cultura cattolica, il nostro Santo Padre Benedetto ci regala un suo mirabile intervento di cui riportiamo alcuni brani:

Alla carenza di punti di riferimento ideali e morali, che penalizza particolarmente la convivenza civile e soprattutto la formazione delle giovani generazioni, deve corrispondere un’offerta ideale e pratica di valori e di verità, di ragioni forti di vita e di speranza, che possa e debba interessare tutti, soprattutto i giovani. Tale impegno deve essere particolarmente cogente nell’ambito della formazione dei candidati al ministero ordinato, come esige l'Anno Sacerdotale e come conferma la felice scelta di dedicargli la vostra annuale Seduta Pubblica.

Il pensiero e la testimonianza di San Tommaso d’Aquino ci suggeriscono di studiare con grande attenzione i problemi emergenti per offrire risposte adeguate e creative. Fiduciosi nella possibilità della "ragione umana", nella piena fedeltà all’immutabile depositum fidei, occorre – come fece il "Doctor Communis" – attingere sempre alle ricchezze della Tradizione, nella costante ricerca della "verità delle cose". Per questo, è necessario che le Pontificie Accademie siano oggi più che mai Istituzioni vitali e vivaci, capaci di percepire acutamente sia le domande della società e delle culture, sia i bisogni e le attese della Chiesa, per offrire un adeguato e valido contributo e così promuovere, con tutte le energie ed i mezzi a disposizione, un autentico umanesimo cristiano.

Come sempre il Santo Padre Benedetto XVI è un sole che illumina tutta la Chiesa: se tutti seguissero con attenzione il suo esempio, soprattutto fra il clero, non occorrerebbe insistere così tanto sulla cultura cattolica, essa fluirebbe da sola come acqua fresca dalla sorgente. Invece tanti, nel clero e fra i fedeli, seguono tanti lampioni….ma fra sole e lampioni c’è tanta differenza!

PS Mi scuso se non sono stato molto caritatevole ma la Verità prima di tutto!

SGN

mercoledì 27 gennaio 2010

EDUCARE ALLA CULTURA CATTOLICA

“La domanda è: perché di fronte a questa cultura dichiaratamente in opposizione a quanto la chiesa sostiene parte del mondo cattolico si mostra privo di atteggiamento critico? Perché per alcuni cattolici la candidatura di una radicale può sembrare in fondo non così diversa da quella di un qualsiasi altro politico? E’ la stessa domanda che mi sono posto anch’io dopo aver letto l’inchiesta del Foglio a Viterbo che ha evidenziato come per molti cattolici non è un problema la candidatura della Bonino nel Lazio. [..] il dato è uno e chiede d’essere guardato: stiamo crescendo generazioni assolutamente incapaci di giudizio critico sulle cose. Leggendo l’inchiesta del Foglio mi è venuto in mente quel versetto della Bibbia, Geremia 31, dove si dice: ‘I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati’. Mi domando: siamo stati capaci di favorire in questi anni l’espressione di una vera cultura della fede? Abbiamo promosso quell’antropologia adeguata sulla quale più volte tornò Giovanni Paolo II? Oppure è cresciuta tra noi, sotto i nostri occhi, una generazione per la quale il dialogo viene prima dell’identità? A volte sembra che il dialogo che impostiamo con chi non crede altro non sia che una resa senza condizioni. Nel nome del dialogo ci dimentichiamo chi siamo. E dimenticandoci chi siamo sono sempre gli altri ad avere ragione, ad avere la meglio”.Allora cosa fare? Per Negri occorre ricominciare, ripartendo da quanto Benedetto XVI e la conferenza episcopale italiana continuano a sottolineare: “Sono dieci anni che i vescovi parlano di emergenza educativa. Occorre lavorare tutti su questa emergenza perché soltanto in questo modo i cattolici di oggi e di domani potranno imparare a discernere, giudicare, difendere la propria identità.



Ho riportato qui alcuni brani tratti dalla intervista fatta da Rodari, il vaticanista de “Il Foglio”, a Mons. Negri vescovo di San Marino-Montefeltro. I punti che personalmente mi hanno più colpito li ho messi in grassetto. Non occorre che vada a precisare il fatto che sono completamente d’accordo con quanto scritto. Vorrei brevemente e umilmente commentate i tre punti:

1) Stiamo crescendo generazioni assolutamente incapaci di giudizio critico sulle cose.

E’ questo un fatto molto grave. Noi cristiani abbiamo due metri di giudizio per giudicare la realtà attorno a noi che sono: la Scrittura E la Tradizione della Chiesa. Ho scritto E in evidenza, perché questi due metri non sono scindibili uno dall’altro ma vanno usati assieme come, mi si passi il paragone un po’ irriverente, vanno usati insieme la schiuma da barba e la lametta…da sole servono a poco. La Scrittura da sola ha prodotto un sacco di danni ( vedi protestanti e anche vari “cattolici” del post-concilio); la Tradizione da sola è vuota e senza senso. Ma per “usare” questi due strumenti formidabili di giudizio cosa dobbiamo fare? Dobbiamo conoscerli! Domanda: i cristiani li conoscono? Risposta: in genere no! Ne i laici ne purtroppo tanti sacerdoti. Urge quindi che i cristiani vengano aiutati a conoscere e a formarsi in una CULTURA CATTOLICA cioè siano radicati nella SCRITTURA e ANCHE nella TRADIZIONE. Mi risulta che il secondo punto sia un po’ carente….


2) Oppure è cresciuta tra noi, sotto i nostri occhi, una generazione per la quale il dialogo viene prima dell’identità? A volte sembra che il dialogo che impostiamo con chi non crede altro non sia che una resa senza condizioni. Nel nome del dialogo ci dimentichiamo chi siamo

Qui viene il secondo punto: occorre insegnare ad amare la cultura cattolica Nelle scuole vengono insegnate talmente tante fandonie sulla Chiesa e sulla sua storia che i ragazzi sono portati ad odiare in automatico la Chiesa. In questo modo si odia inevitabilmente la propria storia e la propria identità. Purtroppo questa mentalità ha influenzato anche parecchi sacerdoti. Questa mentalità porta all’odio verso la propria storia e le proprie tradizioni ( vedi reazioni di tanta parte del clero al Motu Proprio “Summorum Pontificum”). E questo porta quindi alla crisi di identità con tutte le sue conseguenze nefaste sia sul piano personale che su quello comunitario. Urge quindi che la Chiesa contrasti questa deriva suicida aiutando i cristiani ad amare la propria storia correggendo quanto di distorto viene insegnato sul proprio conto.

3) Occorre lavorare tutti su questa emergenza perché soltanto in questo modo i cattolici di oggi e di domani potranno imparare a discernere, giudicare, difendere la propria identità.

Non si può che condividere in pieno questo concetto: occorre darsi da fare perché in modo capillare venga diffusa di nuovo a piene mani la cultura cattolica e questo non solo nei movimenti ecclesiali ma soprattutto nelle parrocchie. Occorre che le Parrocchie diventino dei centri irradiatori della cultura cattolica. Obbiettivo difficile? Forse…ma assolutamente imprescindibile!


SGN

sabato 23 gennaio 2010

L’INQUISIZIONE E L’ERESIA CATARA

Tante volte si sente parlare di questa famigerata “inquisizione” e nella maggior parte delle volte se ne sente parlare a sproposito. Spesso infatti, di questi tempi, la gente esprime giudizi sulla storia della Chiesa senza avere minimamaente approfondito l’argomento. Questo fatto risulta già abbastanza grave quando a parlarne sono persone che non sanno nulla sull’argomento ma ciò risulta ancora più grave quando i giudizi avventati sono espressi da cosiddetti storici che sono spinti da ideologie mai del tutto sopite. Spesso tali cosiddetti storici sono fra coloro che insegnano nelle scuole dei nostri figli diventando, in questo modo, con il loro dogmatismo laicista, dei veri e propri cattivi maestri.
Questo articolo si propone essenzialmente due cose: la prima è quella di dare una distinzione storica molto veloce e generale dei vari tipi di inquisizione; la seconda è quella di dare una panoramica sull’eresia “catara” che si può indicare come la causa scatenante del fenomeno inquisitorio.
Dal dizionario Devoto-Oli troviamo la seguente definizione della parola “Inquisizione”:
“organizzazione e procedura ecclesiastica per la repressione dell’eresia”.
Dare una definizione univoca di inquisizione, però, non risulta molto corretto in quanto sono esistiti vari tipi di inquisizione succedutisi nei secoli dal Medioevo fino al giorno d’oggi. Possiamo distinguere infatti:
· Inquisizione medioevale: nata per contrastare le eresie catara e valdese.
· Inquisizione spagnola: nata per volontà del re di Spagna nel 1478 nell’ambito del fenomeno della riconquista della Spagna.
· Inquisizione portoghese: nata, su imitazione di quella spagnola per volere del Re del Portogallo nel 1515
· Inquisizione romana: nata per contrastare l’avanzare della riforma luterana nel 1542 per volere di papa Paolo III che dura fino ai nostri giorni essendo diventata la benemerita e importantissima “Congregazione per la Dottrina della Fede” che sorveglia l’ortodossia cattolica e incentiva lo sviluppo di una corretta scienza teologica.
Per eresia si intende una dottrina errata e contraria alla fede che porta a conseguenze dannose per le anime e, spesso, come vedremo, per la società intera.

Precisato cosa vuole dire eresia la prima inquisizione che si considera è dunque quella medioevale che , come già accennato è nata per contrastare principalmente l’eresia catara. Analizziamo quindi qui di seguito questa eresia che è appunto la causa della nascita del fenomeno inquisitorio.
Il nome “catari” deriva dal greco “katharos” che vuol dire “puro” e compare per la prima volta in Germania nella zona del fiume Reno nel 1143. I catari avevano anche altri nomi fra cui “albigesi” essendo essi diffusi nella Francia meridionale attorno alla città di Albi, ma erano diffusi anche nell’Italia settentrionale. Secondo il loro insegnamento, la vita era considerata il luogo dello scontro fra il Dio buono, creatore del mondo e dello spirito, ed il suo avversario, il Maligno, creatore della materia. Secondo la dottrina cattolica invece Dio ha creato anche la Materia e anche il Maligno è una creatura, un angelo: il più bello fra gli angeli che si è ribellato a Dio. Per noi invece il Diavolo, che cerca di trascinare l’uomo nel suo baratro, è pur sempre una creatura: pericolosissima e potente ma pur sempre limitata e già sconfitta da Dio.
Secondo i catari Cristo liberava l’uomo dal male ma siccome la materia era per loro “male”, Cristo non poteva essere un uomo ma era un angelo che aveva assunto la parvenza umana.
Si dividevano in due gruppi: i semplici credenti e i perfetti e per passare da uno gruppo all’altro bisognava aver ricevuto il consolamentum cioè la solenne imposizione delle mani con la consegna del Pater noster. Fra i perfetti erano scelti i loro vescovi e i loro diaconi.
Tale movimento non era un movimento di riforma della chiesa (effettivamente il clero a quel tempo aveva larghi strati piuttosto corrotti) ma, facendo leva sul bisogno di purezza delle masse dei fedeli, andava a costituire addirittura una contro-Chiesa: si trattò della prima eresia di massa. Inoltre sempre secondo gli stessi eretici la Salvezza non avveniva per mezzo della Morte e Risurrezione di Cristo ma dai suoi insegnamenti tramite i quali l’uomo arrivava alla perfezione. La salvezza quindi non era per tutti gratuita e originata dal Sacrificio di Critsto ma era riservata solo per un gruppo di eletti che conoscevano cose che gli altri non conoscevano. Tali dottrine, dette gnostiche, ci sono sempre state nella storia: i Testimoni di Geova ne sono un esempio attuale.
L’aspetto comunque più pericoloso di questa eresia era l’odio per tutto ciò che era materia: la procreazione fra sposi era considerata un peccato gravissimo perché perpetuava la materia e quindi seguendo le loro dottrine l’umanità si sarebbe estinta; si arrivava ad un tale disprezzo per la materia che la perfezione per il cataro era il lasciarsi morire di fame (endura). Tali aspetti inquietanti portarono alla loro persecuzione perché si trattava evidentemente di dottrine pericolosissime che minavano alla base la società. E, se è vero che la Chiesa appoggiò tali persecuzioni, è anche vero che furono i Sovrani e i vari Signorotti locali a promuovere la lotta contro i catari, purtroppo spinti anche dai loro interessi e non solo dalla preoccupazione per la società. Malauguratamente tali persecuzioni da parte dei cattolici compresero anche episodi di ferocia ma ciò non toglie la grande pericolosità di questa eresia intrisa di fanatismo e che portava all’autodistruzione. L’Inquisizione nacque proprio per contrastare ed estirpare tale grave errore ma di questo parleremo nel prossimo numero.
SGN
INTRODUZIONE ALL'APOLOGETICA: in difesa di Gesù e della sua Chiesa

Cosa significa questa parola "APOLOGETICA" dal suono così difficile?
Nei primi secoli del cristianesimo si erano diffuse, tra la popolazione dell’Impero Romano, tante falsità contro i cristiani, la Chiesa e la dottrina di quella che, a quel tempo, era una nuova religione. Tali falsità erano in parte alimentate dagli intellettuali pagani asserviti al Potere Imperiale e alle poche persone che comandavano l’impero ( cioè quella che in termine tecnico si chiama “oligarchia dominante”). Queste stesse falsità poi erano spesso usate addirittura per giustificare le persecuzioni a cui erano sottoposti i cristiani. Sorsero così, all’interno delle comunità, degli scrittori, che si posero come obiettivo quello di difendere la fede e la Chiesa muovendosi principalmente in due direzioni:

Dimostrare che credere in Gesù è una cosa che non va contro il “buon senso”, che non è così campata in aria: cioè dimostrare la “ragionevolezza” della fede.

Dimostrare che tutto quello che il popolo credeva sui cristiani, sobillati dai potenti, erano in gran parte calunnie.

Tali scrittori furono chiamati “apologeti” e la disciplina in cui si cimentarono fu appunto detta “apologetica”.
Viene logico pensare che dedicarsi ad una attività che era di moda quasi 2000 anni fa inserendola nel nostro giornalino, sia una cosa “fuori dal tempo” e quindi senza senso. Perché quindi un tale rubrica?
La risposta è: perché adesso in un mondo neo-pagano e scristianizzato le cose si stanno ripetendo tali e quali. E questo porta a dubbi che allontanano dalla fede e quindi allontanano da un incontro con Gesù che può iniziare a cambiarci la vita. E quindi, siccome questo incontro è la cosa più importante e bella che ci può capitare, l’unica che dia senso al nostro esistere, è bene spazzare via tutte la baggianate e i dubbi che il demonio suscita per impedirci di entrare in relazione profonda con il nostro unico Salvatore.
Ma perché le cose adesso si stanno ripetendo come nell’Impero Romano? Anche qui possiamo individuare due fatti:

In nome della “scienza” si sostiene che è assurdo credere nel Dio di Gesù, in realtà la scienza non ci può dimostrare proprio niente contro la nostra fede, anzi al limite ci può aiutare nel rafforzarla…..è stato scritto “poca scienza allontana da Dio, tanta scienza ci riavvicina a Lui”.

Si dicono tante fandonie sulla Chiesa e sulla sua storia ( alimentate anche dalla scuola ideologizzata) sul Santo Padre, sui vescovi, sui preti.

Certo la Chiesa è fatta di uomini che sbagliano, a volte anche in modo molto pesante, ma è giusto portare le accuse alle corrette proporzioni per fare vedere che nella Chiesa di Cristo, il bene è di gran lunga superiore al male.
Compito di noi cristiani è quindi quello di formarci per combattere la “buona battaglia” soprattutto con le armi della Preghiera e dell’Amore ma anche con una certa preparazione culturale pronti a controbattere agli errori e alla menzogne che, con malafede, vengono sparse contro Gesù e la sua Chiesa così da rendere sempre conto della nostra fede ai nostri fratelli per camminare insieme sulla strada della conversione.

SGN