sabato 14 maggio 2011

APPELLO URGENTISSIMO!!!

APPELLO URGENTE A TUTTI GLI AMANTI DELLA LITURGIA DI BENEDETTO XVI ( E DI MONS: GUIDO MARINI) SPECIALMENTE A QUELLI CHE ABITANO NELLE TRE VENEZIE: DOPO SAN GIULIANO NON SI DEVE TORNARE INDIETRO!!! DOBBIAMO ANDARE AVANTI:
1) NELLA FORMA ORDINARIA DEL RITO ROMANO
2) NELLA CONTINUITA’ CON LA TRADIZIONE COME INSEGNATO DAL SANTO PADRE
3) CON GRANDE RISPETTO E VENERAZIONE PER LA FORMA STRAORDINARIA

Il presente blog rivolge un appello a tutti gli amici che sono desiderosi di vedere applicata in tutta la Chiesa la “riforma della riforma della liturgia” secondo l’esempio del nostro amato Santo Padre Benedetto XVI e del suo bravissimo Maestro delle Celebrazioni Liturgiche Mons. Guido Marini:

INCONTRIAMOCI E RIUNIAMOCI PER COSTITUIRE UN’ ASSOCIAZIONE O MEGLIO UN COORDINAMENTO DI ASSOCIAZIONI CHE SI PRODIGHI NELLA DIFFUSIONE DELLA LITURGIA SECONDO GLI INSEGNAMENTI DI BENEDETTO XVI IN TUTTE LE PARROCCHIE E IN TUTTE LE DIOCESI.

PER QUESTO IN PIENA LIBERTA’, SE SIETE INTERESSATI, COMUNICATE IL VOSTRO INTERESSAMENTO AL SEGUENTE INDIRIZZO:
giovanni.nepomuceno@libero.it
SE SAREMO UN NUMERO SUFFICIENTE CI ACCORDEREMO PER INCONTRARCI.

L’INSEGNAMENTO E L’ESEMPIO LITURGICO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI SONO L’UNICA VERA INTERPRETAZIONE DEL CONCILIO VATICANO II IN MATERIA LITURGICA!

C’è urgente bisogno, specialmente nel Triveneto, dove i pastori in genere purtroppo non seguono in campo liturgico l’esempio del Santo Padre, di diffondere i suoi insegnamenti a riguardo.
Il recente articolo del Gazzettino riportato dall’interessante Blog “Sacris Solemmniis” (http://sacrissolemniis.blogspot.com/2011/05/il-papa-venezia-troppo-latino-e-poco.html) con i commenti di alcuni sacerdoti sulla bellissima S. Messa del Santo Padre di San Giuliano a Mestre ci mette davanti a questa triste realtà di alcuni pastori liturgicamente non molto preparati.
Urge quindi, piuttosto che cadere nelle lamentele focalizzare la nostra attenzione su alcune cose:
1) Pregare per questi sacerdoti;
2) Formasi personalmente alla scuola liturgica di Benedetto XVI;
3) Organizzare nelle diocesi incontri di formazione, convegni etc per far crescere nelle persone un vero amore per la liturgia correttamente celebrata con il messale di Paolo VI nel solco però della millenaria tradizione della Chiesa attraverso gli insegnamenti di Benedetto XVI;
4) Avere un profondo rispetto per la Messa di San Pio V;
5) Instillare nei fedeli l’amore per la bella musica sacra e specialmente per il canto gregoriano;
6) Sforzarsi di mantenere, anche nei confronti di chi la pensa diversamente da noi, un atteggiamento di carità cristiana ricordandosi che LA LITURGIA BELLA E L’AMORE PER LA TRADIZIONE DEVONO PRODURRE IN NOI FRUTTI DI SANTITA’. LA SANTITA’ E’ LA MIGLIOR PROVA DI UNA LITURGIA CORRETTAMENTE CELEBRATA

Quindi l’appello che questo blog fa è: TROVIAMOCI, METTIAMO INSIEME LE NOSTRE IDEE E AGIAMO!!! L’APPELLO E’ RIVOLTO IN PRIMIS AI SACERDOTI
IL SANTO PADRE E’ PASSATO IN MEZZO A NOI, CI HA INSEGNATO QUALE E’ LA VERA LITURGIA, NON LASCIAMO CADERE IL SUO INSEGNAMENTO.


Lo scrivente è un povero laico ignorante che lancia un appello e spera vivamente nella risposta di altre persone più preparate di lui, specialmente di sacerdoti.
Grazie

1 commento:

  1. San Giovanni Nepomuceno non è, se non per una tradizione sbagliata "il martire del sigillo sacramentale."
    A parte la data del martirio (1383) che è impossibile (egli nel 1387 studiava diritto canonico all' Università di Padova, come attesato dai "Diversorum" conservati presso l'Arcivescovado di tale città) riporto un brano della lettera di Susa Santità Giovanni Paolo II all'arcivescovo di Praga per il 250° della canonizzazione,
    "Se ora vogliamo considerare brevemente la nobile figura del Santo, la storia ce lo presenta prima come dedito allo studio e alla preparazione al sacerdozio: consapevole com’era che, secondo l’espressione di San Paolo, sarebbe stato trasformato in altro Cristo, egli trasformò l’anima in tempio casto dello spirito. Con uguale pietà fu parroco di San Gallo, nella città di Praga; poi canonico; poi Vicario Generale. In questo ufficio, che lo rendeva in qualche modo corresponsabile del governo della sua chiesa, egli trovò il suo martirio e insieme la sua gloria. E poiché egli, più che altri, difese i diritti e la legittima libertà della Chiesa di fronte ai voleri del Re Venceslao IV, più degli altri si attirò l’ira del monarca. Questi partecipò personalmente alla sua tortura, che ne causò la morte; poi lo fece gettare dal ponte nel fiume Moldava. Così le sue acque furono santificate dal corpo e sangue del Martire e divennero il suo primo sepolcro. Ciò avvenne la notte del 20 marzo 1393. La luce di quella notte si diffuse in tutto il mondo, e dura ancora, vivissima. Qualche decennio dopo la morte dell’uomo di Dio, si diffuse la voce che il Re l’avesse fatto uccidere per non aver voluto violare il segreto della confessione. E così il martire della libertà ecclesiastica fu venerato anche come testimone del sigillo sacramentale"

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